La trasformazione della citta'
Curator:
Iacopo Fiorani
Artist:
Jacobo Sucari
In questa epoca di incessanti trasformazioni, di sempre più numerosi conflitti e contraddizioni, la città si reinventa mettendo in campo strategie, politiche e strumenti innovativi, nello sforzo di continuare a migliorarsi sia in chiave di qualità della vita che competitività e innovazione.
La rigenerazione urbana e la trasformazione della città sono processi che incorporano aspetti relazionati con il contesto territoriale, con quello fisico della città, con quello sociale ed economico, proponendo alternative allo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Attraverso l’esame delle dinamiche sociali, delle scelte politiche e urbanistiche che regolano le trasformazioni urbane, rileggiamo la storia recente e i problemi quotidiani della città e dei suoi abitanti.
Il rapporto collaborativo tra urbanistica e comunità è una ricerca difficile e complessa nei processi di rigenerazione.
La comunità può essere definita come un’entità vaga ed indeterminata, la cui perdita di significato rimanda alla perdita d'identità e di coesione sociale che caratterizzano la vita urbana contemporanea.
Il modello ideale di organizzazione sociale, che inquadra la comunità come elemento solidale, coeso, sicuro e protettivo, è un'idea alla quale tendere, un modello ideale da seguire per orientare le politiche di rigenerazione.
La comunità è un insieme di abitanti e di operatori economici che vivono e lavorano abitualmente in una data città o in parte di essa, condividendo uno spazio urbano.
Si riconosce dunque la comunità come elemento fondamentale della città, elemento con il quale interloquire e dialogare per affrontare problemi comuni e per favorire la partecipazione alla costituzione delle decisioni.
"Non conosco fatto più incoraggiante dell'indiscutibile abilità dell'essere umano di elevare la sua vita attraverso uno sforzo consapevole". (Henry D. Thoreau)1
La comunità non è mai singola ma sono tante nel territorio, con caratteri diversi, instabili e mutevoli, non facili da valutare in quanto fondate su interessi occasionali condivisi e non sempre su durevoli legami territoriali.
Pur nella sua indeterminatezza fisica e temporale, la comunità può trovare la sua ragione d’essere in un dato momento e in un dato luogo, quando un gruppo di persone si riunisce per discutere del futuro del territorio che, almeno temporaneamente, condivide.
La sfida è dunque quella di ricercare nella comunità di oggi le linee per procedere verso una trasformazione urbana più consapevole e integrata alle dinamiche sociali che il tessuto urbano della città vive ogni giorno.
Esaminando le dinamiche sociali e le scelte politiche e urbanistiche che regolano le trasformazioni della città, si possono rileggere la storia recente e le problematiche quotidiane che affrontano i suoi abitanti.
L'urbanistica non dovrebbe seguire pratiche di top-down, lasciando gestire ai “potenti” le dinamiche territoriali, bensì dovrebbe lavorare direttamente con e per le comunità attraverso pratiche di bottom-up.
La pratica di top-down è quella dei cosiddetti poteri forti, che pianificano in nome dell’interesse pubblico e dei cittadini ma non sempre tengono conto realmente delle loro esigenze e delle loro opinioni.
La pratica di bottom-up, che spesso si contrappone alla prima ma che dovrebbe essere almeno complementare, è l’urbanistica che nasce nelle comunità, tra i cittadini che vogliono partecipare alle decisioni del proprio quartiere e della propria città.
Dovremmo lavorare con le comunità per favorire la trasformazione urbana e accrescere la coesione sociale.
"Se la gente è informata e attiva e può comunicare da una parte all’altra del mondo; se l’impresa si assume le sue responsabilità sociali; se i media diventano i messaggeri piuttosto che il messaggio; se gli attori politici reagiscono al cinismo e ripristinano la fiducia nella democrazia; se la cultura viene ricostruita a partire dall’esperienza; se l’umanità avverte la solidarietà intergenerazionale vivendo in armonia con la natura; se ci avventuriamo nell’esplorazione del nostro io profondo, avendo fatto pace fra di noi; ebbene, se tutto ciò si verificherà, finché c’è ancora il tempo, grazie alle nostre decisioni informate, consapevoli e condivise, allora forse riusciremo finalmente a vivere e a lasciar vivere, ad amare ed essere amati". (Castells M.)2
La sfida si fa più impegnativa, perché l’urbanistica partecipata è chiamata a contribuire al rafforzamento complessivo delle condizioni che favoriscono la coesione sociale, siano esse fisiche o relazionali.
Un approccio all’urbanistica che cerca il dialogo con la società urbana, per difenderne i suoi stessi caratteri costitutivi e la sua straordinaria complessità.
La trasformazione della città può essere dunque vista come risposta alla trasformazione sociale, convertendo le periferie e le aree dismesse in un investimento culturale su cui poter puntare.
Uno scenario interessante su cui ragionare, inteso come un fenomeno multidimensionale ed integrato, in cui gli elementi di riqualificazione urbanistica e architettonica si intrecciano con la cultura, con l'economia e con l'organizzazione sociale tipica dei luoghi.
“La ciutat transformada” è un documentario di Jacobo Sucari, girato tra il 2005 e il 2011 sull'area del Poblenou di Barcellona. Il documentario è formato da due parti: La lucha por el espacio urbano; Destruir y construir, historia de una fábrica.
Nel documentario vengono riportati fatti reali di lotta cittadina avvenuti per difendere il passato della zona industriale di Barcellona, rappresentato dalla ex-fabbrica tessile di Can Ricart. Dal documentario si evince l'orgoglio degli abitanti, che si identificano con il proprio passato industriale e che vivono un senso di appartenenza con il Poblenou, quale inestimabile sistema urbano industriale barcellonese.
Il recupero e la riqualificazione della struttura di Can Ricart, definiscono la riconciliazione tra il passato e il presente, in un lento processo di fusione tra memoria e funzionalità, quali valori culturali inscindibili.
iacopo Fiorani
1 Henry D. Thoreau (1988), Walden ovvero vita nei boschi, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
2 Castells M. (2008), Il potere delle identità, Università Bocconi, Milano
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Comentarios
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